Ultimo aggiornamento il 16/10/10
Caldaia
Nella società in cui viviamo è necessario che una casa sia dotata di riscaldamento. E' indubbiamente sempre più frequente anche ritenere necessario avere un condizionatore, o meglio un impianto di raffrescamento, per rendere il più possibile gradevole la permanenza negli ambienti in cui trascorriamo il nostro tempo.
Mi sono diplomato nel 1978, già pochi anni dopo il tipo di esperienze che ho avuto mi ha portato a constatare che le case venivano costruite per far guadagnare i costruttori, senza nessun riguardo per gli interessi dei futuri acquirenti e il comfort ottenibile.
Soltanto chi, di partenza, aveva disponibilità economiche sufficienti a farsi costruire la casa come e dove desiderato e conoscenze tecniche adeguate poteva sperare di entrare in possesso di un immobile fatto bene e con costi di gestione più bassi della media. Queste considerazioni mi hanno portato a preferire, nel momento in cui ho avuto la necessità di avere una casa un pò più grande, una situazione che, anche se non ottimale per raggiungere quanto avrei saputo ottenere, mi permettesse di realizzare degli aggiornamenti graduali per diminuire i consumi energetici, e quindi di rientrare della maggiore spesa sostenuta all'inizio.
La casa dove abito dal 2002 è stata costruita nel 1985, come tantissime di quel periodo ha la una struttura in cemento armato e tamponamenti in laterizio forato di 25 cm di spessore. Non ci sono intercapedini con coibente, anche se il progettista aveva previsto una soluzione diversa e migliore dal punto di vista termico. Progetto evidentemente non rispettato dal costruttore. Il tutto è rivestito all'esterno da un intonaco alleggerito in polistirolo e legante di circa 2 cm di spessore. Come al solito le travi e le colonne di cemento armato sono appena sotto l' intonaco di rivestimento, provocando quelli che vengono chiamati "ponti termici". Queste caratteristiche provocano alcuni inconvenienti, come la formazione di condensa, e quindi muffa, nei punti dove il cemento armato è vicino alla superficie interna delle stanze in cui c'e' notevole formazione di vapore, come il bagno o la cucina. Infatti nel bagno, orientato verso Nord / Nord Est, ho questo inconveniente. Nella cucina no, anche per merito della cappa che espelle i vapori di cottura sul tetto.
Quando siamo entrati in casa era ancora funzionante la caldaia a metano a tiraggio forzato montata alla costruzione. Impianto termosingolo, acqua sanitaria fornita dalla caldaia a richiesta, cioè senza un bollitore di accumulo. Avevo già deciso a grandi linee come avrei voluto che fosse l' impianto di riscaldamento della mia casa, ma per normali scelte di priorità economiche avrei preferito rimandare la sostituzione a un momento scelto da noi. Come al solito, però, nel 2005, ovviamente di dicembre, è stato necessario provvedere di corsa alla sostituzione. Nonostante che la casa avesse un impianto tradizionale a radiatori abbastanza piccoli, quindi con il fluido tenuto per forza a temperature di 70 - 75 °C, la scelta è caduta su una caldaia, sempre a metano e sempre a tiraggio forzato, ma a condensazione, con la fiamma modulata e con un sensore della temperatura esterna e la predisposizione per il collegamento con il bollitore dell' acqua sanitaria.
Per capire il motivo per cui ho fatto questa scelta è necessaria una premessa: il rendimento massimo delle caldaie tradizionali lo si ottiene alla massima potenza, cioè quando la fiamma sta sempre accesa e quando c'e' molta differenza di temperatura tra l' acqua in ingresso e quella in uscita. Quando la temperatura del fluido diventa troppo alta il bruciatore si spegne, con una continua successione di accensioni e spegnimenti, da questo la definizione "tutto / niente". Questa caratteristica provoca anche disuniformità nella temperatura dell' acqua sanitaria che esce dai rubinetti, con evidenti disagi. Le caldaie a condensazione, invece, aumentano il loro rendimento al diminuire della temperatura di lavoro del fluido riscaldato, perché in questo modo riescono a sfruttare al massimo il calore restituito dalla condensazione dei fumi di scarico. Siccome durante l' anno sono rari, molto rari, i momenti in cui è necessario sfruttare la caldaia alla massima potenza, ho preferito montarne una che avesse un breve periodo di bassi rendimenti.
Anche senza fare altre modifiche all 'impianto la scelta si è rivelata efficace: da settembre a settembre ho potuto verificare un abbattimento del 30% dei consumi di gas rispetto alla caldaia precedente. Ho fatto il calcolo come media dei tre anni in cui ho usato la vecchia e dei due in cui ho usato la nuova caldaia
Questa scelta gradualmente diventerà sempre più conveniente per le possibilità che ho di migliorare ancora il rendimento. Per esempio durante l' estate del 2007 ho aumentato le dimensioni di tutti i radiatori della casa, in modo da poter abbassare a 55°C la temperatura del fluido dell 'impianto, quindi aumentando senza dubbio il rendimento della caldaia. Durante l' inverno appena trascorso è successo solo una volta di avere necessità di alzare la temperatura del circuito a 60°C.
Adesso descrivo altre soluzioni che ho adottato per aumentare il rendimento della caldaia.